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Sanità: l'ictus è la terza causa di decesso. Ma si potrebbe curare

Cardiologia Redazione DottNet | 03/05/2018 12:16

Vicepresidente Sno: 'Con una rete appropriata bastano poche ore per salvare una vita'

Vicepresidente Sno: 'Con una rete appropriata bastano poche ore per salvare una vita

L'ictus è la terza causa di decessi nei paesi occidentali. Ma potrebbe essere curata se inserita in un contesto di tempestivo monitoraggio e cura: una sorta di rete dell'ictus. Un approccio che in alcune aree di Italia è già una realtà. Ma, purtroppo, sono ancora ampie le sproporzioni sui territori.   "Il problema dell'ictus nella fase acuta - ha spiegato Luca Valvassori, neuroradiologo e vice presidente Sno (Scienze Neurologiche Ospedaliere), a margine del Congresso nazionale della società in corso a Riccione - è che il tempo per agire è molto breve, prima che si instaurino dei danni definitivi e irreversibili. Negli ultimi anni sono state sviluppate metodiche molto efficaci nelle prime ore, quindi gran parte del dibattito odierno verte appunto su come riuscire a far arrivare i malati in centri attrezzati in maniera tempestiva".

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In questo, ha spiegato Valvassori, entrano in gioco molti fattori: da quello organizzativo in senso stretto, al piano culturale fino, alla politica sanitaria. I costi collettivi dell'ictus sono infatti valutati, spiega il vicepresidente Sno, in 3,7 miliardi di euro, ovvero il 4% della spesa sanitaria nazionale: un terzo è rappresentato dalle spese di trattamento nella fase acuta, gli altri due terzi sono costi generati dalla disabilità. E a questi si aggiungono i costi a carico delle famiglie, anche questi molto alti.

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